Stop allo smart working selvaggio: boccata d’ossigeno per il settore ristorazione

Il massiccio ritorno dei dipendenti pubblici negli uffici a partire dal prossimo 15 ottobre sarà una svolta per una parte del settore della ristorazione. Il ministro Renato Brunetta ha di fatto decretato la fine dello smart working selvaggio in attesa di una legge che regolamenti in modo organico tutta la materia.

Io Mangio Campano lo aveva anticipato già lo scorso maggio spiegando che tra autunno e inverno sarebbe arrivata l’inversione di tendenza. I dipendenti pubblici, salvo alcune eccezioni, rientreranno dunque negli uffici a partire dalla metà di ottobre. Quelli del settore privato sono già rientrati in tutto o in parte in varie fasi, a maggio e soprattutto a settembre. Ma la svolta dovrebbe arrivare anche in questo caso verso la fine di ottobre. Sono molte le aziende che infatti stanno predisponendo il parziale rientro dei propri dipendenti nelle sedi consuete, mentre il fenomeno dello smart working sarà valorizzato dalle singole realtà mantenendo alcune regole che consentiranno ad una parte dei dipendenti di restare a casa in alcuni giorni della settimana.

L’impatto sul settore della ristorazione è potenzialmente pesante, finalmente in senso positivo. Il rientro dei dipendenti del settore pubblico sarà importante soprattutto a Roma e negli altri grandi centri urbani dove sono concentrati gli uffici. Lo sperano in tanti anche perché il ritorno a scuola e la fine dell’estate non hanno sortito effetti positivi. “No, c’è stato un calo di coperti nel nostro ristorante – spiega Andrea Panelli, titolare di Mozzarella e Pomodoro di Bollate (Milano) – Il ritorno a scuola, con tutte le spese annesse, e gli effetti delle spese effettuate durante l’estate potrebbero essere le cause; a settembre si paga quanto speso con le carte di credito ad agosto. Ma speriamo di riprendere i ritmi normali già dal mese di ottobre“.

E c’è chi, pur essendo più ottimista nel breve termine, commenta con amarezza gli ultimi provvedimenti e la tendenza generale a medio e lungo termine. “Lo smart working non è finito, ma dopo l’estate abbiamo visto un incremento delle persone in pausa pranzo – afferma Valerio Quagliozzi, gestore di Pizzicato Municipio Napoletano nel quartiere milanese di Porta Romana – Mi preoccupa di più il green pass. Io lo controllo e quelli sprovvisti sono più di quelli che si pensi. Comunque la ripresa definitiva è lontana, abbiamo meno personale; il mondo della ristorazione sta cambiando. Tuttavia questo incremento dei flussi a settembre ci fa ben sperare per il futuro“.

Il settore della ristorazione, già devastato dalle contestate misure restrittive, non si è mai veramente ripreso. Ad essere penalizzati sono soprattutto i bar e i ristoranti più grandi che puntavano sulle pause pranzo. Il lavoro da casa è stato un fenomeno molto impattante sui fatturati di queste attività. La prima conseguenza è stata la riduzione del personale con ripercussioni quindi sul piano occupazionale. A maggio e a giugno si era anche verificato un insolito fenomeno: i ristoranti appena riaperti anche all’interno non trovavano più lavoratori, molti dei quali tornati nelle città d’origine al Sud.

Dario De Simone