Tra settembre e Natale lo smart working va in pensione: esultano i ristoratori delle pause pranzo

Potrebbe arrivare tra ottobre 2021 e gennaio 2022 l’attesa boccata d’ossigeno per tutte quelle attività che fanno delle pause pranzo il loro principale veicolo di fatturato. Il ritorno in ufficio di dipendenti pubblici e privati è previsto infatti a partire dalla fine dell’estate e dovrebbe concludersi in tutto o in larga parte dopo le festività natalizie.

Non ci sono solo le decisioni del ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ma anche le indicazioni di massima di alcuni colossi finanziari a livello globale e i passaparola non ufficiali all’interno delle piccole e medie aziende italiane. Lo smart working diffuso e selvaggio è una parentesi legata all’emergenza Covid-19 che si avvia a concludersi, cedendo il passo ad una ragionata e ponderata riorganizzazione del lavoro.
A confermarlo è stata Isabella Covili Faggioni (nella foto), presidente dell’Associazione Italiana Direttori del Personale, in un intervento a Radio24. “All’inizio c’è stato molto entusiasmo, poi però si è capito che la presenza sul posto di lavoro è importante sia per il confronto proficuo sia per la socialità – ha spiegato la Faggioni alla nota emittente radiofonica – Quest’ultimo aspetto è molto mancato già di suo nel corso dell’ultimo anno. Le regole però vanno scritte anche in base alle esigenze visto che non tutte le attività si possono svolgere da remoto allo stesso modo“.

CANCELLATO PER UN ANNO IL 70% DEL FATTURATO

Per diversi locali, in particolare nei grandi centri urbani, le pause pranzo rappresentavano oltre il 70% del fatturato, con punte del 90% in alcune zone di Milano. A Roma, invece, oltre al mancato apporto dei dipendenti pubblici in pausa pranzo, è mancato anche quello dei flussi turistici, limitati solo agli italiani e ai francesi nel breve periodo della scorsa estate.

INTANTO CON LO STOP AL COPRIFUOCO DAL 31 MAGGIO SI SPERA NEL TURISMO ESTIVO

Proprio nell’estate sperano i ristoratori e i gestori di tanti locali delle città turistiche. La decisione del Governo, attesa per giovedì prossimo, di posticipare il cosiddetto “coprifuoco” alle ore 24 dal 17 maggio e di cancellarlo molto probabilmente dal 31 maggio va in questa direzione.
Ma lo step successivo sarà il ritorno dei dipendenti all’interno degli uffici. Avverrà dalla metà di settembre in numerose aziende del settore privato e procederà a scaglioni fino a Natale anche nel pubblico. Una volta stabilito che non ci saranno condizioni di particolare pericolo o insicurezza, è probabile che da gennaio 2022 si torni allo status quo ante per circa l’80%. Tra l’altro il 31 gennaio 2022 scade l’ultimo “stato d’emergenza” che non è più prorogabile. L’altro 20% sarà invece rappresentato da quella fetta di dipendenti che potranno richiedere, in attesa di nuove norme organiche che disciplinino il settore, di restare a casa alcuni giorni o per l’intera settimana lavorativa.

Dario De Simone