Natale: Napoli Capitale del Cenone

I piatti sarebbero sette, ma qualcuno dice nove o addirittura undici. Non è chiaro e dipende dalle unificazioni o divisioni di antipasto, baccalà e capitone. Quel che è certo è che già alcuni anni fa un gruppo di nutrizionisti definì Napoli la capitale delle calorie in occasione del “cenone della Vigilia“.

Ogni napoletano assume almeno 2000 calorie, al netto degli alcolici, dei bis, tris e degli altri eccessi, nella serata più gustosa e tradizionale dell’intero anno, quella del 24 dicembre. Il menù tradizionale prevederebbe alici marinate o polpo all’insalata, spaghetti alle vongole, spigola al forno, capitone e baccalà fritti (con alcune varianti), insalata di rinforzo, struffoli e vari dolci di Natale.

IL PRANZO DI NATALE

Anche al Pranzo del 25 non si scherza. Si va dalle situazioni più tradizionali, come tortellini in brodo (per restare leggeri), fino a varianti suggestive. Gaetano Curci, che nel 2012 ha contribuito alla pubblicazione del libro “Cucina!“, propone per esempio di rimanere nella tradizione campana senza trascurare l’innovazione che oggi è richiesta da molti. Una pasta al forno “al contrario”. Sono delle fette di melanzane fritte con un ripieno di ziti spezzati, fiordilatte di Agerola e una foglia di basilico. Diciamo che questa volta la pasta diventa ripieno, logicamente il tutto condito con un ottimo ragù napoletano.

SANTO STEFANO

Per Santo Stefano la variante più suggestiva dell’entroterra è certamente il Cardone beneventano di cui ci ha parlato lungamente il giornalista Mediaset Simone Savoia durante una divertente intervista.
Tutte le varianti vengono accompagnate da vini bianchi e rossi, rigorosamente campani.