“Avvocati in cucina”, come superare la quarantena grazie ai fornelli

Anche i lock down hanno prodotto qualcosa di buono nel corso di questo travagliato 2020. Tra i (pochi) effetti positivi c’è il proliferare dell’arte culinaria. E’ così che è nato “Avvocati in cucina“, il libro che racconta 80 storie di quarantena, edito da Grimaldi & Co., degli avvocati Alessandro Gargiulo e Manuela Palombi del Foro di Napoli.
Parte del ricavato verrà devoluto in beneficenza e i dettagli verranno specificati appena sarà possibile presentare il libro ufficialmente a stampa e pubblico.
Io Mangio Campano ne ha parlato con Ferruccio Fiorito, 48 anni, diviso tra il lavoro di avvocato e la passione per il giornalismo. Più di una passione visto che la sua voce e il suo volto sono noti ai conoscitori dell’etere campano. Ha seguito il Napoli ovunque in Italia e in Europa, ma è l’avvocatura a scandire le sue giornate. Difficili quelle del periodo primaverile.

Quando e come è venuta l’idea di questo libro di ricette?
“L’idea in realtà è venuta a due miei amici e colleghi durante il primo lockdown di marzo, allorquando essendo tutti noi “reclusi” in casa, ci siamo dedicati alle nostre passioni, anche per ingannare il tempo interminabile di quelle giornate fra le quattro mura; la cosa particolare è che la passione ricorrente manifestata sui social è stata proprio quella dell’arte culinaria. Di qui l’idea diventata poi un libro di ricette”.

Domanda a bruciapelo: chili messi su tra marzo e maggio?
“Incredibilmente ne ho persi 4/5 perché, avendo una casa indipendente e un po’ di spazio a disposizione, ho potuto dedicarmi alla ginnastica per smaltire ciò che mangiavo”.

La tua specialità in cucina?
“I primi. Di terra. Amo il pomodoro del Vesuvio, “il piennolo”, in grado di rendere speciale ogni piatto, anche quello più banale”.

La tua pizza preferita? 
“La Diavola. Una Margherita col salame piccante. Deve essere sottile e piena di fior di latte. Mi piace anche la “pizza con i friarielli”. Non sono tra quei napoletani che dicono che è buona solo la pizza fatta nella mia città. Mangio con piacere anche quella realizzata in altre regioni. Ovviamente, la nostra, è la vera pizza”.

Quando non lo fai tu chi cucina in casa?
“Se ne occupa in prevalenza mia moglie, mentre io mi dedico alla cucina in occasioni particolari, preparando i piatti che so far meglio, quando abbiamo amici che vengono a trovarci. Per esempio, il barbecue e le fritture, sono il mio regno, oltre ai primi”.

Che momento è per il mondo forense?
“Il mondo forense sta attraversando un momento di grande rinnovamento forzato. Il processo telematico è entrato a gamba tesa nei nostri studi, agevolando, da un lato, il nostro modo di lavorare, ma dall’altro ha svuotato la nostra fantastica professione dall’emozione di discutere una causa e di confrontarsi anche aspramente in udienza col collega, salvo poi andare al bar a prendere un caffè insieme. Questo perché la professione dell’avvocato non potrà mai prescindere dalla presenza fisica in udienza. Mi rifiuto di abdicare a favore della tecnologia, che certamente, però, è utile in tante fasi processuali”.

Dario De Simone