Marika, ritratto di un’artista libera con la passione per la Margherita con bufala

Metà pugliese, metà napoletana di Capodimonte, nata e cresciuta a Milano. Non è solo il profilo perfetto dell’immigrazione del secolo scorso, ma la base della 26enne Marika Cirillo , artista e autrice delle illustrazioni all’interno di “Pizzicato – Municipio napoletano” , il locale che aprirà a Milano al termine dell’emergenza sanitaria.
Laurea triennale all’Accademia di Belle Arti di Naba in Pittura e Arti Visive e Laurea Magistrale all’ Accademia di Belle Arti di Brera nel 2019, non è una che ha perso tempo. Tra una foto e un’altra, per lavoro oltre che passione, di dedica al disegno in tutte le varie forme, ma con la libertà sempre al centro. Tanto che ammette di realizzare anche loghi e immagini per aziende ma di preferire i lavori ispirati dal momento.

Quanto è difficile il lavoro dell’artista in una Italia diffidente e poco aperta?
“L’Italia è un Paese meraviglioso ma allo stesso tempo si perde in un bicchiere d’acqua. Chiudere le porte all’arte in un luogo in cui essa è presenta in ogni angolo è poco strategico. Il lavoro dell’artista in un contesto italiano così difficile rimane ai margini in quanto si investe poco su artisti emergenti. Le gallerie d’arte o amanti della stessa dovrebbero dare più spazio a coloro che non hanno già un nome sul mercato per permettergli di crescere”.

Questo periodo così difficile può paradossalmente aiutare gli artisti che nel chiuso e nel silenzio riescono a produrre qualcosa di nuovo?
“Per molti non si può parlare di vera e propria solitudine o silenzio perché vivendo in famiglia questo non accade. Di certo, il periodo in cui ci troviamo sta mettendo a dura prova i giovani artisti, ma nonostante queste difficoltà io mi sono rimboccata le maniche per creare nuove opere e ho sfruttato il più possibile le piattaforme social per condividerle con il pubblico. Da questo punto di vista la chiusura è stata utile per produrre, di certo non basta perché l’arte in momenti come questi passa in secondo piano”.

Hai mai pensato di trasferirti all’estero in luoghi che danno più opportunità anche in questo settore?
“Sì, senza dubbio, però credo ci possano essere ancora delle opportunità nel nostro Paese e inoltre ho un legame molto forte con la mia famiglia che mi rende difficile stravolgere il mio percorso. Inoltre credo che gli strumenti tecnologici che abbiamo oggi ci diano una grande opportunità per far arrivare la nostra arte in tutto il mondo”.

Hai già realizzato le illustrazioni di “Pizzicato – Municipio napoletano”. Da cosa hai preso spunto?
“Il lavoro per “Pizzicato – Municipio napoletano” è stato sicuramente uno dei lavori più impegnativi ma allo stesso tempo così soddisfacenti commissionati nel 2020. Ho realizzato una serie di illustrazioni su carta di dimensioni 30×40 cm e 100 x 70cm e due tele, di cui una molto grande in cui ho riprodotto il logo del locale. Il soggetto principale, scelto dal proprietario, è il corno rosso portafortuna di Napoli. Ogni disegno è stato personalizzato con l’utilizzo di elementi tipici del luogo, partendo da una semplice caffettiera con Pulcinella, passando poi per i piatti e i dolci più famosi fino ad arrivare a trasformare il cornetto in mongolfiere e nuvole su cui riposano i personaggi, ormai icone di Napoli. Ho cercato di mantenere uno stile surreale ma anche sintetico portando l’osservatore nel mondo di questo bellissimo ristorante”.

Ma sei una che preferisce i loghi e altre immagini per aziende oppure i quadri veri e propri?
“I loghi sono molto interessanti perché rispecchiano l’identità di un’azienda e quindi bisogna assorbirne tutte le caratteristiche per la buona riuscita di un’immagine che sarà poi il suo simbolo. Per quanto mi riguarda limitano la mia creatività. I quadri e gli acquerelli su carta sono sicuramente i mezzi con cui posso esprimermi e attraverso le tematiche che tratto nei miei ritratti le persone possono immedesimarsi”.

E qual è la tua specialità che vorresti migliorare?
“Utilizzo da anni molte tecniche ma non credo ci sia una specialità in particolare in cui vorrei migliorare. A mio parere un’artista, durante il suo percorso, deve allenarsi sicuramente in ciò che sa fare meglio ma in realtà deve intestardirsi su ciò in cui è più debole. E’ una sfida con se stesso. Essere versatile per me è la parola d’ordine, sia per quanto riguarda la pittura sia sull’utilizzo dei mezzi tecnologici che stanno trasformando l’arte in immagini digitali”.

Parliamo di cibo : la tua pizza preferita?
“Non ci sono dubbi: la Margherita con la mozzarella di bufala, la più buona l’ho mangiata a Napoli ovviamente. Purtroppo però, da diversi anni ho delle intolleranze che non mi permettono di mangiarla spesso. In quei rari momenti è una gioia per il mio palato”.
[DADES]