Claudio e Diana, una vita per la musica e la tradizione: “Così la posteggia resta viva anche nell’epoca di tiktok”

Sono due salernitani doc e portano avanti la tradizione della “posteggia napoletana” con la benedizione quasi casuale del maestro Roberto Murolo. Claudio De Bartolomeis e Diana Ronca condividono da oltre 35 anni due amori, quello di una relazione lunghissima e quello per la musica tradizionale.Eppure tutto è nato quasi per caso: negli anni ’80 erano un duo di Pianobar. Erano tempi strani per l’Italia: stavano finendo gli anni di piombo e alla militanza politica stava subentrando il “famoso” riflusso nel privato”. Con esso l’industria del divertimento stava riprendendo piede. E nei locali, nei ristoranti, nei night, nelle sale dedicate degli alberghi era quasi immancabile il piano bar, reso poi celebre da una interpretazione di Gigi Proietti a Sanremo qualche anno dopo. Dalle prime dediche di brani ad un libro presentato pure a Montecitorio il passo non è stato breve, ma sicuramente intenso.

Claudio e Diana, da dove nasce l’amore per la tipica “posteggia” di estrazione napoletana?
“Dopo una decina di anni sono accaduti due episodi che ci hanno fatto conoscere e innamorare della Posteggia Napoletana. Una sera un signore si avvicinò a noi e ci chiese di dedicare un brano alla sua compagna, ma non da postazione fissa, bensì al tavolo. Diana suonava due tastiere, Claudio la chitarra, e dopo un momento di smarrimento, pensammo di andarci con la chitarra. L’emozione che vedemmo negli occhi dei due al tavolo, quella che ci trasmisero e la nostra stessa emozione ci fecero capire che era il momento di tornare ad una musica più vera, più pura, meno elettronica e iniziammo a dedicare una serenata ai tavoli, prima di iniziare il nostro spettacolo. Ci fu poi un altro episodio: un collega ci chiese di sostituirlo per una serata. Arrivati al ristorante in cui esibirci, scoprimmo che avremmo dovuto suonare per il compleanno di Roberto Murolo. Quella fu una serata indimenticabile, durante la quale il Maestro ci disse: siate ambasciatori della Posteggia Napoletana nel mondo. Suggerimento che poi, abbiamo fatto nostro”.

Parliamoci chiaro: ma una 20enne di oggi abituata a tiktok, a lasciare o essere lasciata su whatsapp, come può reagire ad una serenata sotto il suo balcone?
“Ogni volta che dedichiamo una serenata, siamo noi i primi a stupirci dell’effetto che fa: anche le più dure, le più diffidenti, si sciolgono davanti ad un gesto così romantico e pieno di amore. Ad oggi, non ci è mai capitato di trovare persone indifferenti, o addirittura disturbate da un dono musicale così intimo e pieno di storia”.

Avrei chiesto, come altri, “sì, ma il lavoro vero?” Voi avete anticipato tutti dando questo titolo ad un libro che ha ottenuto la prefazione di Catena Fiorello ed è stato presentato anche alla Camera?
“Capita che, quando ci chiedono il lavoro che facciamo, alla risposta “musicisti”, la domanda successiva sia “Sì ma… il lavoro vero?” Perché essere musicisti è considerato un hobby, al massimo, una seconda attività. E dunque, spinti anche dal fatto che, quando andiamo nelle scuole a parlare ai ragazzi dei video che ci piace dedicare a temi sociali, li vediamo molto interessati a sapere come si fa a “vivere di musica”, abbiamo pensato di mettere su carta la nostra esperienza, il nostro percorso fin qui. E’ uscito da pochissimo, ma abbiamo già fatto tante presentazioni, nelle scuole, appunto, ma anche in librerie associazione e alla Camera dei Deputati, cosa che ci ha onorato tantissimo. Un dono immenso ce lo ha fatto Catena Fiorello, che ha firmato la prefazione, spendendo parole che ci riempiono di orgoglio”.

Ma la musica napoletana come sta messa in questo periodo di grandi trasformazioni?
“La musica napoletana, il repertorio classico, ha una caratteristica che consideriamo unica: non passa mai di moda, perché non è una tendenza, ma un repertorio “classico” che non teme il passare degli anni. Un repertorio internazionale che raccoglie consensi trasversali: non ha età, né nazionalità, cosa che sperimentiamo e verifichiamo quotidianamente: non abbiamo mai trovato persone di qualsiasi età o provenienza geografica, che non conoscessero almeno qualche brano e che non gradissero il genere”.

Superati i 35 anni insieme artisticamente, qualcuno in più sentimentalmente: quindi è ancora possibile?
“35 anni di attività, 32 di matrimonio, 39 insieme. Il bilancio, per quanto ci riguarda, è estremamente positivo e si può fare anche vivendo 24 ore su 24 insieme e condividendo vita privata e professionale. Si può fare quando si rema nella stessa direzione, quando gli obiettivi sono comuni, quando si rispetta l’altro, e soprattutto, quando al centro c’è il bene dell’altra persona, volerla vedere felice, realizzata. Noi usiamo un metodo semplice, che suggeriamo: non ci costringiamo a fare tutto, per forza insieme, ci ritagliamo spazi per i nostri hobby, che non sono gli stessi, gioiamo della felicità dell’altro”.

Durante il primo lock down vi siete dilettati nella comunicazione online. E spesso al centro delle dirette social c’era il cibo. Come se la cava Diana ai fornelli?

“Appena è scattato il primo lock down, l’8 marzo, abbiamo pensato di avviare una serie di dirette con cui tenere compagnia alle persone, raccontarci, invitare a stare a casa, esibirci. Ogni tanto poi, facevamo una puntata speciale, chiamata “Ricette in musica”. Diana ha una grande passione per la cucina, in inverno, quando stiamo di più in casa, si cimenta nella preparazione di tantissimi piatti, ed è molto brava, soprattutto nella preparazione del rustico e dei dolci. A casa abbiamo il forno a legna e, quando possibile, si dedica alla preparazione di pizze con grande successo”.

Cosa distingue la cucina salernitana da quella tipicamente napoletana?
“La risposta che mi viene istintivamente, è che la cucina napoletana è più “goduriosa”, con il “condimento” al centro. Quando suonavamo a Napoli negli anni “80/90, vedevamo dei buffet strepitosi, con fritti squisiti, e una varietà di portate infinite”.

Lo chiediamo a tutti: la pizza preferita da Diana?
“Dobbiamo dire che Diana ama la pizza più di ogni altro piatto, tanto che abbiamo anche girato un video, sulle note del brano “A pizza”, in cui siamo i protagonisti. Claudio cerca di conquistare Diana con regali costosi e piatti prelibati, ma Diana vuole solo pizza, tanto da offrirla agli invitati al matrimonio. Purché sia pizza, una buona pizza, va tutto bene, ma quando andiamo per la prima volta in un locale, per capire la bravura del pizzaiolo, Diana sceglie sempre la Margherita… Viva la pizza!!!”.

Dario De Simone