La tradizione del gelato italiano in Perù parla campano: la storia di Pedro D’Onofrio da Sessa Aurunca a Lima

E’ stato un immigrato casertano a portare il buon gelato italiano in Perù. In oltre 100 anni è diventato un piccolo impero nel Paese Andino, legato però sempre alla tradizione di un tempo.

Era la fine dell’800 quando Pedro D’Onofrio, sessano classe 1859, decise di trasferirsi dalla provincia di Caserta in America; dopo due tappe negli Stati Uniti e in Argentina arrivò con la famiglia in Perù.
L’idea era quella di far assaggiare la bontà del gelato ad un popolo che non lo conosceva ancora. E così si mise personalmente alla guida di un carretto per le strade di Lima conquistando i primi clienti.
La svolta arrivò all’inizio del nuovo secolo quando le tecnologie si modificarono: alla neve presa direttamente dalle cime delle Ande si sostituirono i macchinari per il ghiaccio.
Il business diventò importante e i carretti con la scritta “D’Onofrio” iniziarono a girare in gran numero per la città che già a quell’epoca vantava quasi 200.000 abitanti. D’Onofrio decise allora di reinvestire il capitale e verso la metà del 1924 aprì una fabbrica di caramelle e cioccolatini dove continuò a produrre anche i gelati.
Alla morte del fondatore, nel 1937, gli eredi presero le redini dell’azienda; il figlio Antonio allargò l’attività negli anni ’50 spostando la sede in un grosso complesso di oltre 30.000 metri quadrati. E’ lì che Alemagna, storico brand italiano, produrrà anche i panettoni con la foto del Duomo di Milano. Per anni sarà uno dei simboli dell’Italia in Perù, proprio mentre stava iniziando la grande immigrazione della comunità peruviana a Milano e successivamente a Roma e in altre zone d’Italia.
La fabbrica e il marchio sono ora parte della multinazionale Nestlé che li rilevò per quasi 80 milioni di dollari negli anni ’90. La tradizione però è ancora viva. Oggi c’è pure un ristorante che racchiude il nome dello storico brand. E i tricicli con la scritta D’Onofrio fanno ancora parte del panorama delle strade peruviane, forse oltre ogni previsione di Pedro D’Onofrio da Sessa Aurunca.