Covid-19: dal 1° aprile si paga per i dehor, ma Genova dice no e Napoli forse si accoda

La fine dello stato d’emergenza porterà una conseguenza immediata per ristoranti e bar: si tornerà a pagare per l’occupazione di suolo pubblico. Dunque occupare la strada con i dehor, utilissimi per venire incontro alle rigide e contestate regole sull’accesso ai ristoranti, non sarà più gratuito.

I Comuni avevano favorito la creazione di nuovi spazi all’aperto. Era stata una delle conseguenze positive della pandemia: le città erano esplose in un mare di tavolini in strada al posto di freddi parcheggi contrassegnati dalle strisce blu. Un sacrificio dei Comuni in favore dei ristoratori, colpiti pesantemente dalle regole decise dal Governo per contrastare la pandemia, l’efficacia delle quali appare molto scarsa se esaminata con criterio.
I Comuni e le associazioni dei locali calcolano che circa 3 strutture esterne su 4 realizzate nel corso del 2020 e del 2021 diventeranno definitive. Per farlo bisognerà effettuare domanda entro il 30 giugno attraverso una procedura semplificata, in pratica una sanatoria che fotograferà lo stato attuale.

ECCEZIONE GENOVA: GRATUITA’ PER TUTTO L’ANNO, NAPOLI SI ACCODA?

A Milano l’Amministrazione Sala ha già annunciato che i locali beneficeranno della riduzione prevista dal Decreto sugli importi del canone da pagare dal 1° aprile. A Genova, invece, il Comune ha deciso di estendere a tutto il 2022 la gratuità dell’occupazione degli spazi.
Napoli, alle prese con un problema non nuovo di abusivismo soprattutto sul lungomare, potrebbe seguire la via genovese chiedendo però ai ristoratori di adeguarsi alle regole. In pratica verrebbe scambiata la proroga della gratuità con una riduzione del fenomeno dell’occupazione abusiva di spazi ben oltre le regole.
In alto mare la situazione a Roma dove però si tenta di seguire la via milanese: per tutto il 2022 tassa d’occupazione ridotta del 20% e pagamento in due mesi per chi presenta domanda di regolarizzazione dei dehor provvisori entro il 30 giugno.

Insomma, la pandemia ha portato con sé un effetto molto positivo che resterà nel tempo: anche nelle città dal clima freddo si punterà su colazioni, pranzi e cene all’aperto in un rinnovato clima parigino. Ma c’è anche la beffa: lo stato d’emergenza finisce il 31 marzo, l’obbligo di mascherine al chiuso il 30 aprile, ma il termine per far rientrare la gente negli uffici è fissato al 30 giugno; in pratica la boccata d’ossigeno per i pubblici esercizi che vivono di colazioni e soprattutto pause pranzo si fa ancora attendere.