Da Fuorigrotta al Piemonte con Napoli nel cuore e i piatti della tradizione spiegati attraverso la storia

Ha aperto una pagina Facebook dove pubblica foto di gustose creazioni culinarie, ma al posto delle ricette dettagliate scrive la storia del piatto.

Si chiama Tiziana la 49enne originaria del quartiere napoletano di Fuorigrotta che da sempre vive in Piemonte. Adesso è a Biella dove ha portato l’amore per la cucina e per il suo Napoli; nella cittadina è presente un club molto attivo di tifosi azzurri al Nord.

Cosa significa per i napoletani che vivono fuori dalla Campania la parola identità?

“Essere napoletani è qualcosa di magico che diventa difficile spiegare a parole. Nonostante non ci abbia mai vissuto e nonostante non parli il dialetto ( qualche parola ogni tanto esce per rafforzare alcuni concetti) il richiamo della Terra è forte .. sono napoletana fino al midollo e cerco Napoli nel mio quotidiano portando sempre con me un oggetto napoletano. Sono una tifosa sfegatata del Napoli (cosa tutt’altro che semplice in Piemonte) e per hobby sono dirigente responsabile di una squadra locale di calcio amatoriale. Ebbene grazie ad un mio carissimo cugino sono riuscita a far fare un gemellaggio con una squadra sempre di amatori della Sanità. Insomma per essere napoletani non serve solo esserci nati ma bisogna sentirla dentro al cuore è un vero e proprio stato d’animo. Come dico sempre seppur a circa 1000 km di distanza Napoli la mia città, napoletana la mia identità”

Perché la storia di un piatto è così importante?
“Secondo me la storia di un piatto serve a far capire che non si tratta di semplice cibo, che dietro una leccornia, dietro un nome si cela anche un perché. Un esempio? La Pastiera. Tutti sanno che è un dolce tipico napoletano ma quanti (soprattutto non napoletani) sanno le leggenda di questo dolce ? Quanti sanno il significato delle sette strisce sulla pastiera? Quindi raccontare un pochino di storia apporta quell’ingrediente in più”.

E qual è il piatto che, una volta fatto, ti compiaci con te stessa?
“Ogni volta che cucino un piatto e mi riesce bene ne vado fiera e me ne compiaccio. Sono caparbia, mi documento, spesso ricordo gli ingredienti segreti di mia nonna. Se sbaglio rifaccio più volte finché non ottengo il risultato preposto”.

Lo chiediamo a tutti i nostri compaesani e alle nostre compaesane: la pizza preferita da Tiziana?
“Resta sempre Sua Maestà la Margherita che nel momento che mi si presenta davanti non la vedo come una semplice margherita ma ci vedo proprio “nu camp ‘e fior”.

Dario De Simone