Marco, da Avellino a Milano per creare dolci. “Ma solo davanti alla zuppa di castagne non posso dire no”

E’ una tipica storia di emigrazione dal Sud al Nord legata al settore food. Marco Giardullo, 24 anni, arriva a Milano da Avellino dopo una tappa a Brescia per frequentare il corso di alta formazione per pasticceri in CAST Alimenti.

Una passione, quella per la pasticceria, scattata da piccolo grazie ai profumi della cucina di casa. Frequenta l’Alberghiero Manlio Rossi Doria ad Avellino e lavora anche nella pasticceria Dolciarte del centro storico, una istituzione per il capoluogo irpino. Poi la decisione di emigrare per cercare nuovi stimoli.
Ora è responsabile di pasticceria al “The Sanctuary“, uno “strano” e suggestivo locale di Lambrate, periferia Est di Milano, che riunisce trame africane e ritmi europei.

Da dove nasce la tua passione per i dolci?

“Quando ero bambino, durante il periodo delle feste, assistevo a questa scena meravigliosa di mia nonna con mia madre e le mie zie, indaffarate in cucina a realizzare quello che poi sarebbe stato il cenone della Vigilia. Il mio stupore si perdeva tra il rumore delle padelle, lo sfrigolio di fritto, l’odore dei sughi che riempiva la casa, e questo ricordo mi ha sempre accompagnato nel mio percorso formativo, è la fiamma che mantiene viva la mia passione. Quello che cerco di dare con i miei dolci non è il ricordo in sé, quello è mio, ma una parte anche minima delle emozioni che provo io ogni volta che lo rivivo”.

Sei uno di quelli che i dolci li fa e li mangia oppure si limita a farli?
“No non mi limito solo a farli, anzi sono una persona molto golosa. Oltre ad assaggiare ciò che preparo, per controllare e correggere eventuali difetti ( dato che sono una persona molto critica con me stesso),  mi piace cercare nuove esperienze, sia dolci che salate; scoprire sapori e abbinamenti e fare tante prove”.
Qual è la specialità che ti riesce meglio?
“In questo periodo delle mia vita sono molto concentrato sulla cioccolateria, quindi tutto quello che riguarda praline e cioccolatini, anche se ultimamente a lavoro mi sto divertendo molto a sperimentare con tutto ciò che riguarda il mondo della biscotteria e delle prime colazioni”.
Come quando e perché sei arrivato dell’Irpinia a Milano?
“Dopo  aver  lavorato per un po’ di tempo in Irpinia, sentivo in me il bisogno di viaggiare per vivere nuove  esperienze, trovare ispirazioni e crescere non solo da un punto di vista professionale ma anche da un punto di vista personale. Mi si è presentata un’opportunità lavorativa a Milano che rispecchiava quello che  stavo cercando. Orami qui ho stretto molte amicizie e come città sento che ha ancora molto da offrirmi”.
L’emergenza sanitaria come ha cambiato la vita di chi è in questo settore?
“È stato un duro colpo per tutti. Ho visto molto amici in  difficoltà durante quei mesi, alcuni costretti a chiudere le proprie attività, altri che si sono ritrovati senza lavoro… E’ stato un periodo abbastanza arduo. Per fortuna adesso la situazione sta migliorando pian piano e quelle stesse attività che ho visto in difficoltà l’anno scorso ora sono tornate in carreggiata più forti che mai”.
Parliamo di altro cibo: cosa preferisci della cucina irpina?
“Quando torno a casa amo farmi coccolare dalla cucina della mia famiglia, dai piatti più comuni  fino a quelli che rispecchiano la tradizioni irpine. Uno dei piatti che amo di più è la zuppa di castagne, semplice ma molto gustosa”.
Sei un mangiatore di pizza? E se sì, qual è la tua preferita?
“Adoro la pizza, ogni volta che scendo non mi sento veramente a casa se non ne mangio una. Sono un tipo classico quindi opto sempre per la margherita soprattutto se sono pizzerie che non ho mai provato. Anche se impazzisco per una pizza con la provola pomodorini gialli e pesto di basilico”.
Dario De Simone