Il miracolo a Milano di Tony Arca: “Il Covid ci aveva affondato, ma l’abbiamo trasformato in una resurrezione”

Hanno realizzato un sorprendente mix Italonapoletano a sfondo americano. Tony e Tonia sono i protagonisti di questo “miracolo a Milano” in piena emergenza sanitaria. Hanno trasformato il loro Mergellina Bakery in un Mergellina Bakery 2.0 all’insegna dell’incrocio tra culture.

Tony Arca, notissimo per i suoi trascorsi musicali come cantante neomelodico, aveva portato la cultura del cornetto notturno a Milano nel 2015 con il locale di viale Umbria. La moglie Tonia l’aveva gestito con passione. Poi l’emergenza Covid, la paura di non farcela e la spinta a fare qualcosa di più e di meglio.

Quando e perché è scattata l’idea di trasformare Mergellina Bakery?

“La data chiave è l’8 luglio 2020. Sì, in piena emergenza Covid o forse in piena tregua Covid. Mia moglie Tonia, che fino al 2020 si era occupata tanto di Mergellina Bakery, era molto impegnata con la nostra bimba. Io invece ero fermo sul piano musicale per ovvie ragioni. In quei mesi di quarantena ho capito l’importanza della famiglia. Allora ho preso una decisione proprio sul punto di cedere il bar: ho lasciato la musica e ho pensato di trasformare una possibile catastrofe in una resurrezione. Molto ha inciso anche una vacanza in Sardegna ad agosto: è lì che, passeggiando in spiaggia, ho potuto quasi meditare e dirmi che volevo rischiare”.

E così è nato il 2.0 con tanto di App, in linea con i tempi…

“Esatto. Subito mi sono buttato nel mondo dei social dando un’identità digitale al progetto. Devo dire che in questo periodo l’hanno fatto anche altri, sono stati bravi. Noi ci siamo voluti mettere in gioco allo stesso modo. Già prima Tonia curava una pagina con 6mila followers. Già in estate ci accorgemmo che la gente stava reagendo bene anche perché c’era tantissima voglia di uscire di nuovo. Si faceva la fila, anche perché si poteva entrare in pochi. L’emergenza ha trasformato anche l’accesso e le vetrine, da quella classica coi bomboloni ad una più americana con questi nuovi prodotti. Sarebbe stata la svolta. In questo ha pesato molto il mio amore per l’America, per le loro cose dolci e per la musica rap che seguo da sempre”.

Quindi è così che è nata l’idea di un mix?

“Direi di sì. Una serie di coincidenze fortuite ha portato all’unione di due culture, l’usanza del cornetto notturno tipicamente partenopea e i biscotti, le caramelle e gli altri prodotti di importazione americana”.

Come è stato questo primo anno?

“Di grande lavoro. Abbiamo fatto tanto, di mattina, di pomeriggio e di sera. L’autunno non è stato facile perché l’emergenza sanitaria si è fatta di nuovo sentire. In quel momento abbiamo allora deciso che non potevamo tirarci indietro. Abbiamo ingaggiato un consulente finanziario che si chiama Federico; ci ha aiutato e che ancora ci aiuta, poi un esperto di social e di digitale come Alessandro, un napoletano come noi con il quale abbiamo discusso, pensato, riflettuto. Devo dire che ci sono stati dissapori anche con Tonia su alcuni punti. Anche lì si è risolto tutto in una circostanza fortuita: una sera stavo giocando a playstation e ho visto un’immagine illuminante sui colori da scegliere per il locale rinnovato; mi sono confrontato con lei e ci siamo ritrovati perfettamente sul giallo, il fucsia, il nero e le ciambelle sulle pareti”.

E il locale di viale Bligny?

“Altro fatto assurdo. Avevamo deciso di chiudere e rinnovare sfruttando l’inverno. Una sera tornando a casa in una Milano deserta per via del coprifuoco passai lì tra la Bocconi e i Navigli, un mio pensiero fisso come zona. Pochi giorni dopo, di pomeriggio, vidi un negozio in affitto e mi fermai a chiedere quanto costasse. Scambiai i contatti con l’agente immobiliare. Quando già stavamo per avviare i lavori in viale Umbria mi chiamò per dirmi che a fine mese si sarebbe liberato un locale, una vera occasione. Io e mia moglie ci guardammo senza neanche parlare; ci andammo subito. Decidemmo di fare la ciambella americana rosa che ci identificava. Ora abbiamo 26mila followers, continuiamo a crescere, chiudiamo alle 3 del mattino, insomma siamo risorti. Abbiamo due punti vendita e a Trezzano abbiamo anche uffici, magazzino e altre attività”.

Progetti per il futuro?

“In realtà c’è una novità: se tutto va bene a dicembre apriamo il terzo negozio. Però non voglio ancora dire dove”.

Dario De Simone