Un obiettivo sulla Napoli meno conosciuta e una interpretazione di quella più indecifrabile, quella che passa dai volti dei più giovani. C’è tutto questo negli scatti del giovane fotografo napoletano Ciro Pipoli . Questo ed altro.
Nato ai Quartieri Spagnoli, un diploma in amministrazione, finanza e marketing, Ciro si è appassionato alla fotografia già da giovanissimo ed ha poi sfruttato l’onda dei social, su tutti Instagram . E’ qui che vanta oltre 50.000 followers, frutto di una costante presenza di foto molto speciali. Luoghi sconosciuti al turismo di massa, ma soprattutto immagini di persone nei momenti di vita quotidiana; dove la vita quotidiana a Napoli è andare a fare la spesa, giocare a carte tra anziani e fare un tuffo nelle acque di Santa Lucia con il Vesuvio sullo sfondo. Le foto sono anche in vendita in formato stampa sull’apposita pagina
Da dove nasce l’amore per la fotografia e per questo tipo di fotografia?
“L’amore per la fotografia nasce per puro caso intorno all’età di 16 anni. Iniziai a scattare foto con un cellulare, inizialmente era un passatempo ma da quel momento non ho mai smesso. Con la mia fotografia cerco di dare voce alla parte autentica di questa città, una città di mille contraddizioni ma con un cuore che batte forte, il cuore dei napoletani che rendono questa città unica”.
E quando sei andato a fotografare i luoghi dell’omaggio a Diego Armando Maradona lo scorso novembre cosa hai visto nei volti dei napoletani?
“Quel giorno ho visto tanta tristezza negli occhi delle persone, anche io ero triste, anche se non ho mai vissuto il Napoli di Maradona, per noi napoletani non sarà mai una persona comune, sarà per sempre il nostro Masaniello, il nostro D10S, sarà sempre quella persona che ha dato la possibilità a questa città di prendersi le sue rivincite contro un Nord che ci disprezzava e ci insultava senza rispetto”.
Come sarà la Napoli post pandemia?
“Post pandemia Napoli tornerà ad essere piena di turisti e tornerà al suo ritmo frenetico. Negli ultimi anni c’era un turismo continuo e credo che questo sia il segno che l’immagine di Napoli sta cambiando in positivo”.
Parliamo di cibo: come te la cavi in cucina?
“Mia mamma dice sempre che sono un pericolo pubblico, non posso accostarmi ai fornelli che faccio un casino. La cosa che mi riesce meglio è chiamare la pizzeria sotto casa”.