Una piccola “Marechiaro” in Costa Azzurra: “Anno tremendo, ma il governo francese ci ha salvato”

Da Posillipo alla Costa Azzurra alla fine è un passo, un passo delle acque blu del Mediterraneo. Un passo che qualche anno fa ha deciso di compiere Francesco Gnocchi, napoletano di Posillipo, che ha aperto un apprezzato ristorante a Villefranche sur mar, a due passi da Nizza.
Non poteva che chiamarsi “Marechiaro“, un omaggio a Napoli e alle origini. E’ stato l’anno più difficile a causa delle pesanti restrizioni imposte dal Governo francese che però ha risarcito in modo serio i titolari di attività e tutelato i dipendenti.

Come è nata l’idea di aprire questo locale nel cuore della Costa Azzurra?
“Dalla voglia di cambiare aria e fare un’esperienza all’estero. Poi Nizza è una città molto carina, tranquilla, ben organizzata, con un bel clima e un mare fantastico”.

I francesi possono vantare una delle cucine migliori del mondo; come viene trattata la cucina napoletana?
“La Costa Azzurra per la mia esperienza è un po’ una pecora nera: la sua cucina non si distingue particolarmente per bontà e ricercatezza.
Al di là di questo, chi non impazzisce per la nostra pizza o per i nostri spaghetti con le vongole, la parmigiana ecc..?”

Quali piatti apprezzano maggiormente da quelle parti?
“I nostri piatti forti sono gli spaghetti con le vongole, la pizza, il tiramisù..”

Come avete vissuto quest’anno difficile anche e soprattutto in Francia causa emergenza sanitaria?
“La maggior parte del tempo lo abbiamo passato in famiglia a Napoli. I ristoranti sono stati chiusi a fine ottobre e hanno riaperto da poco”.

Pensate che le severe misure del Governo, in particolare il cd. “coprifuoco”, abbiano inciso positivamente sull’emergenza?
“Non so dire quali siano state le misure migliori tra i vari tentativi fatti. Certo è che i numeri in Francia sono ancora abbastanza alti.
Forse il coprifuoco avrebbe dovuto essere affiancato da una maggiore rigidità anche su gli spostamenti e sugli assembramenti nel resto della giornata”.

Come funziona lì il sistema delle restrizioni e dei ristori per le attività?
“I ristori sono stati vitali! Noi siamo stati aiutati con una cifra mensile che ci ha permesso di sostenere tutte le spese e poi ci veniva rimborsata buona parte dello stipendio”.

Il 2020 è stato un anno difficile in particolare per i napoletani a causa della scomparsa del grande Diego: che giornata fu quella?
“Non sono un grande tifoso, ma il ricordo degli anni di Diego. Non potevi non appassionarti, non andare allo stadio, non fare carte false per avere una sua foto o un suo autografo… poi per me era un uomo buono, intelligente. Mi è dispiaciuto molto. Come in questi giorni sono affranto per la morte del grande Battiato”.

Lo chiediamo a tutti: qual è la pizza preferita da Francesco?
“La mia pizza preferita era la DOC con pomodorini e bufala. Da un po’ però ho scelto di eliminare i formaggi e ho scoperto sorprendendomi che la pizza più buona del mondo nella sua semplicità è la Marinara”.

E cosa pensi di questa tendenza simil-gourmet che addirittura porta a mettere la frutta sulle pizze?
“Sono contrario a questa moda della pizza gourmet. Ormai si sfiora il ridicolo. Mi andava bene come fenomeno legato ad alcune pizzerie di nicchia, ma adesso è troppo. La mortadella più buona del mondo, il pomodorino del piennolo bio di Egizio, il formaggio podolico…, la pancetta di maialino dei Nebrodi, l’acciuga del Cantrabico…. ???? Va bene cercare prodotti di qualità ma questa sfilata di prelibatezze rare e ovviamente molto care inizia a sapere un po’ di presa in giro”.

Dario De Simone