Milano, ecco Pizzicato: “Apriamo con tavoli esterni entro 3 settimane”

E’ iniziata da qualche giorno la corsa agli arredi esterni per il settore ristorazione. Tavolini e sedie stanno andando a ruba presso i tradizionali fornitori e sui siti online. E’ la conseguenza delle indiscrezioni sul Decreto Legge che fisserà modi e tempi delle riaperture di ristoranti e di altre attività al termine dell’emergenza sanitaria acuta.
Dal 26 aprile in “zona gialla“, sospesa a inizio marzo e ripristinata in questi giorni, i ristoranti potranno aprire anche la sera fino alle ore 22 (ma sullo spostamento del coprifuoco alle 23 si tratta ad oltranza) con i soli spazi esterni; solo dal 1° giugno è prevista l’apertura delle sale interne ma per ora solo a pranzo.
I ristoratori ribelli, che si riuniscono sotto la sigla “Io Apro“, continuano a protestare e annunciano ancora una volta che disobbediranno al Decreto riaprendo anche le sale interne già dal 26 aprile.

IL TITOLARE DI PIZZICATO: “IL COMUNE DARA’ L’OK PER SPAZI ESTERNI”

Chi invece, pur stufo della pessima gestione dei governi, ha deciso di adeguarsi si sta attrezzando per utilizzare gli spazi esterni. I Comuni, Milano in primis e Roma a ruota, stanno lavorando per concedere permessi speciali di occupazione di suolo pubblico con sospensione temporanea di strisce gialle per residenti e blu a pagamento in diversi quartieri. “Sono fiducioso in tal senso e credo sia fondamentale per molti ristoranti – spiega Valerio Quagliozzi, titolare di “Pizzicato – Municipio Napoletano – Nel locale che stiamo aprendo a Milano in via Lodovico Muratori potremmo raddoppiare i posti all’aperto che per il momento sono circa 40. Non avevamo valutato una situazione del genere e ora ci stiamo organizzando“.
Il locale, che rilancia uno storico marchio celebre a Napoli negli anni ’50, 60′ e ’70, doveva aprire già alcuni mesi fa, ma i balletti sui colori delle Regioni ne hanno rinviato l’inaugurazione. “Al massimo tra 20 giorni apriamo al pubblico – promette Quagliozzi – Non sono preoccupato dall’eventuale ritardo nelle consegne degli arredi esterni perché per fortuna i fornitori privilegiano i buoni pagatori. Tuttavia so che tanti stanno correndo per prendere sedie e tavolini, non tutti navigano in buone acque. E non potrebbe essere diversamente: i ristori che ho ricevuto in questi mesi sono stati utilizzati per pagare le bollette di acqua, luce e gas e altri costi fissi. I ristori dati ad un locale medio si aggirano tra il 2 e il 3% dei mancati introiti, di questo parliamo“.

[DADES]