Gabriele Manzo: “Io predestinato perché abitavo davanti ad Antonio Fontana; vi spiego perché piansi a Parma nel giorno della serie B”

E’ una delle voci di Rtl 102.5, il grande network radiofonico nazionale. Alla radio ha legato gran parte della sua vita. Gabriele Manzo, nato quasi per caso in Emilia, è un napoletano doc che vive a Roma. Emigrante nel dna, come ama dire, ha un solo punto fermo veramente forte: il Napoli. Lo segue da oltre un trentennio tra alti e bassi, anche bassissimi come la famosa radiocronaca di Parma nel giorno della retrocessione.

Come si vive il cambiamento della propria città da emigrato, seppur di breve distanza, a Roma ?
“Un po’ di emigranza ce l’ho nel dna. Mio padre, ercolanese, subito dopo la guerra trovò lavoro a Bologna. Lì incontrò mia madre , forlivese di nascita, bolognese d’adozione. Per motivi logistici mia madre mi partorì in una clinica che era proprio di fronte allo stadio comunale. Ho vissuto a Bologna sino a 4 anni, poi trasferimento a Ercolano, Piazza Trieste. Un anno e un po’ lì, poi Vomero, Via Mascagni. Palazzo di fronte a quello dove abitava Antonio Fontana, si proprio lui il radiocronista principe dell’era di Maradona. Non lo sapevo, lo scoprii solo quando approdai a radio Kiss Kiss. Da queste note si capisce, insomma, che qualche trasferimento l’ho affrontato anch’io. Ora, seguendo il lavoro sono a Roma, ormai da quasi venti anni, con un paio di interruzioni, un breve ritorno a Napoli, sempre per la stessa RTL 102.5. Qui sto bene, sono vicino, per il calcio e per i figli sono spesso in città, insomma si può anche sopportare. Anche se lontano da Napoli…..Però, aggiungo. I romani sono simpatici, come dice un mio amico toscano, sono una buona imitazione dei napoletani”.

Gabriele con Barbara Chiappini

Come è cambiato il mondo dell’etere radiofonico nell’ultimo decennio ?
“Secondo me in peggio. C’è una continua ricerca di prodotti con contenuti leggeri, o nulli. Una corsa folle alla cosiddetta radio di flusso. Favorita dai sistemi di automazione che ormai si usano quasi ovunque. Poi ora, ma già da qualche anno, c’è la ricerca di giovani. Ce ne sono, ma la radio presuppone un minimo di capacità ed esperienza. Un cambiamento epocale è favorito dalle piattaforme su cui la radio è usufruibile. E’ un perfetto multimedia la vecchia radio, e da quando abbiamo a Rtl 102.5 la radiovisione, è tutto diverso. La radio in televisione è il vero cambiamento”.

Sei un gran tifoso del Napoli che segui per lavoro da oltre 30 anni. Che stagione è al di là dell’assenza del pubblico ?
“Non si offenda nessuno. Boskov prima di Napoli- Bari, suo esordio con il Napoli, sul prato del centro Paradiso disse “e domenica tutti al San Paolo, perché stadio vuoto e come donna senza seno”. Quindi , mi pare chiaro, il pubblico manca tanto, ma la lettura del campionato in corso è molto più complessa. Devi gestire al meglio tutto, ritmi, animo, e sperare che il Covid non colpisca i tuoi giocatori. Insomma è tutto più difficile. E si vede”.

Qual è stato il momento più alto dell’era De Laurentiis ?
“Spero che venga un momento più alto di quelli vissuti sin qui. Poi sono molto legato alla prima Coppa Italia, con Hamsik e Lavezzi. La seconda no, perché la morte di Ciro Esposito mi colpi molto. Ero in curva, con mio figlio e i suoi amici , all’Olimpico. Una esperienza irreale. Ne ho viste tante, ma quella …”

A distanza di quasi 23 anni cosa pensi delle lacrime in diretta quel giorno a Parma, nel pomeriggio della retrocessione ?
“Che non sai mai quanto soffrirai, finché una cosa non accade, pur se è chiara da tempo. E’ stato un attimo, dalla tribuna stampa ho visto chiaramente le lacrime di Pino Taglialatela, consolato da Fabio Cannavaro. Poi, l’avevo già notato , nel settore ospiti c’era un bimbo, con il padre, che sventolava una bandiera del Napoli. Erano le uniche due persone in quel settore. Una scena colma di significati, dolcissima. Io ho pianto per quella”.

Lo chiediamo a tutti : la tua pizza preferita ?
“Attualmente la Marinara Rinforzata, ma vado a a periodi. Salsiccia e friarelli, Margherita, Diavola. Insomma la pizza mi piace un bel po’. Anche quella fritta”.

Come te la cavi in cucina ?
“Faccio vita da single, dunque devo cucinare spesso. E lo faccio dignitosamente, con alcuni spunti da campione. I miei bambini, sin da piccoli, da quando provai per scherzo a fare la ricetta di un’amica, me la chiedono sempre. Tagliatelle noci e pinoli al sugo… Adesso mi sto specializzando in salsicce e uva. Facile e rapido da fare. Una vera delizia. Piatto romagnolo. Poi, chiaro , mi cimento, più o meno con successo, nei nostri classici, vado dalla parmigiana di melanzane allo spaghetto a vongole, agli ziti alla genovese. Coi dolci sono negato, ma riproverò a fare gli struffoli”.

Dario De Simone