Da Totò, Peppino e la Malafemmina: quando la cucina napoletana incontra quella sannita

La cucina campana ha le sue tradizioni in ogni sua provincia dove propone piatti alternativi rispetto a quella napoletana che è la più famosa, ma non da meno. La tradizione sannita è un esempio. La cucina beneventana, ha infatti mantenuto la sua autenticità, mischiandola, però con piatti napoletani.

Il ristorante  Totò, Peppino e la Malafemmina, collocato nel centro di Benevento, sembra esserne l’esempio lampante. Ricavato all’interno delle mura antiche della città, le cosiddette mura longobarde in viale dei rettori, ma adornato con quadri e oggetti che ricordano il famigerato attore napoletano Antonio De Curtis.

Il proprietario, Peppe De Dona, ci accoglie nel suo accogliente locale e, dopo averci preparato i fusilli alla beneventana, accompagnati da un ottimo Aglianico, ci concede un’intervista sulla sua cucina:.

Cosa distingue la cucina sannita da quella napoletana?

La cucina sannita non ha moltissime cose sue. Tra i primi piatti beneventani ti posso citare il cardone che si fa nel periodo natalizio. È fatto con il gambo del carciofo accompagnato dalle polpettine, per il resto sono molto simili, si sono influenzate a vicenda come, ad esempio, lo scarpariello che è nato a Napoli ma è stato importato a Benevento. Abbiamo poi, tante carni e formaggi locali”.

Tra i primi piattti, però, spicca il fusillo alla Beneventana, ce lo può descrivere?

Fusillo è fatto con funghi porcini, inventato proprio da noi. Oltre ai funghi c’è la provola, salsiccia fresca ed è amalgamato con un segreto dello chef”.

Ci sono altri piatti tipici che proponete?

Principalmente le grigliate fatte con carne nostrana, poi salumi e formaggi”.

Angelo Luca Coscia