Milano, i sushi si avviano ad aumentare i prezzi dell’ayce

Molti ristoranti all you can eat di Milano starebbero valutando di aumentare i prezzi per i menù pranzo. E’ quanto ha appreso Io Mangio Campano da fonti dirette, legate al mondo della ristorazione gestita da cittadini italo-cinesi.

La decisione di alcuni ristoratori sarebbe maturata in seguito alla prolungata incertezza sulle rinnovate chiusure dei locali. Dallo scorso 6 novembre ai ristoranti della Lombardia è stato permesso di effettuare servizi ai tavoli per appena 13 giorni sui 65 complessivi. Nelle altre giornate la Lombardia è stata zona rossa o zona arancione, quindi con divieto assoluto di servizio ai tavoli e con modalità di vendita limitata ad asporto e consegna a domicilio. E comunque dalla fine di ottobre i ristoranti e i bar hanno obbligo di chiusura alle ore 18.

RIAPERTURE SERALI SOLO A META’ MARZO?

Si andrà avanti così in zona arancione almeno fino al prossimo 15 gennaio, ma è probabile che tale situazione venga prorogata fino al 29 gennaio. E secondo indiscrezioni, non vi sarebbe alcuna possibilità di riaprire i locali per la cena fino alla seconda settimana di marzo.

In questa situazione molti locali che utilizzano la formula all you can eat non riescono a resistere. Giovedì 7 e soprattutto venerdì 8, complice la bella giornata di sole, i sushi di Milano sono stati presi d’assalto soprattutto da giovani e giovanissimi, nonché da impiegati in pausa pranzo, tra le 12.30 e le 14.30. Quelli che non avevano prenotato hanno dovuto attendere anche 40 minuti in fila all’esterno dei locali. “Ma sono episodi sporadici – racconta un ristoratore cinese – Di questo passo dovrò aumentare i prezzi dell’all you can eat: con meno di 15 euro non guadagno nulla, anzi sulla metà dei pranzi ci vado a perdere se ordinano più sashimi e meno uramaki dove la componente riso è maggioritaria“.

 

“SENZA LA CENA CONVIENE RESTARE CHIUSI”

Molti gestori sarebbero sulla stessa linea. A Varese – dicono alcuni lettori – diversi locali l’avrebbero già fatto. L’apertura solo a pranzo non conviene sotto i 14 euro, ma anche a 15 euro per menù si riesce al massimo a pareggiare i conti. Questo vale per i locali del semicentro e della prima periferia. In centro nessuno può resistere sotto i 18/20 euro a menù a causa degli affitti altissimi. “E’ la sera che c’è il margine di guadagno maggiore – spiega un altro ristoratore italo-cinese – perché il menù è più costoso e spesso vendiamo qualche alcolico visto che la gente non deve lavorare e si lascia un po’ andare. Ma noi siamo chiusi dopo le 18 ormai da fine ottobre. Adesso viene messa di nuovo in discussione l’apertura a pranzo. Sarebbe meglio che dicessero che dovremo restate chiusi per un mese senza deroghe in modo da organizzarci solo per take away e delivery per chi vuole farlo. In questo modo si crea solo confusione“.
E ce n’è tanta. Alcuni ristoratori non avevano capito, per esempio, che sarebbero rimasti aperti solo il 7 e l’8 gennaio; avevano creduto erroneamente che fino al 15 gennaio non sarebbe tornato il sistema a fasce.
Dario De Simone