“Ciccio Pizza”, da scugnizzo di Rai 2 a sette pizzerie a Milano

E’ una bella storia quella di “Ciccio Pizza“, al secolo Francesco Iocco, uno dei “signori” della pizza a Milano. Dalla Reggia di Capodimonte al Duomo il passo non è stato breve né facile. Da scugnizziello partenopeo, incoronato tale dalla trasmissione “Detto Fatto” con Caterina Balivo, è diventato gestore di una catena che conta ben sei locali nella sola Milano. E il settimo è in arrivo nella zona Nord.
Tutto è iniziato con l’apertura di un piccolo locale nel quartiere di Lambrate. Neanche lui si aspettava un successo simile. L’ha gestito bene, l’ha sfruttato e in pochi anni ha aperto prima il Ciccio Pizza di viale Zara, poi quello di viale Umbria. La svolta è stata quella del Sabotino Center, nella zona di Porta Romana.

Perché è stato così importante?

Perché ci lavoravo quando avevo solo 20 anni, infornavo le pizze, non ero nessuno e avevo solo voglia di crescere. A volte pensavo che il sogno sarebbe stato quello di gestire un posto così. Si è realizzato. Ho trovato il cartello tanti anni dopo e me l’hanno ceduto“.

Ma anche la compaesana Caterina Balivo è stata importante.

Assolutamente sì. L’esperienza a Rai 2 è stata stupenda. Dirò di più: mi hanno spinto loro ad aprire un locale, sono stati quelli del programma“.

Qual è la pizza più apprezzata dai milanesi?

La Margherita. Vanno sul classico. La Margherita resta la più gettonata

Pizza e teatro: lì avete un pizzaiolo con una somiglianza impressionante a Diego Armando Maradona…

Se ne accorgono tutti, rimangono a bocca aperta. A volte gli ho fatto fare i palleggi con l’arancia al buio, qualcuno pensava di avere davanti il grande Diego“.

Quando si sente parlare di Cracco, delle pizze con l’ananas, di prezzi esagerati cosa pensa un napoletano che fa questo lavoro?

Io devo dire che le pizze creative gourmet mi piacciono molto e capisco che stiano prendendo piede. Ma quella roba con ananas, kiwi, banana e frutte varie mi fa storcere il naso. Ecco, da napoletano non le digerisco in tutti i sensi“.

Eppure hai viaggiato tanto per affinare questa arte. Bisogna abituarsi a tutto.

Ho viaggiato e lavorato negli Stati Uniti, a Londra, in Germania, ma resta che il fatto che mi si chiude lo stomaco davanti a quel tipo di pizza. Io sono napoletano“.

E perché la nostra cucina fa la differenza nel mondo?

Credo ci siano uno stile, uno spirito e un modo di fare che il settore food esprime prima di altri. Lì si vede subito la napoletanità. Ci apprezzano veramente ovunque. Direi che la globalizzazione a tavola l’abbiamo portata noi e i cinesi, prima noi forse. Ovunque c’è un locale napoletano, anche in Asia ormai dove ho visto magliette di Maradona nei negozi”.

Sabotino Center è anche il covo dei tifosi napoletani di Milano che sono riuniti nella sigla “Milano Azzurra“. Non è un momento facile.

Vorrei vederli qui al più presto. Deve passare questo virus e speriamo tutto torni come prima”.

A proposito, la gente ha ancora paura?

Sì, paura di uscire, di parlare. E’ comprensibile. E per noi la botta è stata forte, il virus ci ha spezzato le gambe. Stiamo attivando tutti i canali per le promozioni. I soldi scarseggiano, la paura c’è, bisogna invogliare i clienti almeno sul piano economico“.
[DADES]