Zeppola di San Giuseppe allo stadio di Torino: un altro “eroe di gusto” napoletano

Dopo il ragazzo che mangia la pizza nel centro storico di Napoli mentre alle sue spalle i tifosi se le danno tra loro e con la Polizia, c’è un altro “eroe di gusto”. E’ sempre napoletano.

E’ il tifoso, immortalato da questo scatto, che nel settore ospiti dello stadio Grande Torino ha deciso di non rinunciare alla zeppola di Ciro nel giorno di San Giuseppe. L’ha presa a Napoli e l’ha consumata prima della partita contro il Torino in mezzo a tanti amici tifosi che hanno voluto fotografare la scena.

La zeppola è un fatto culturale di grande rilievo sia sul piano culinario sia sul piano religioso. Si chiama “Zeppola di San Giuseppe” e si mangia in questo periodo di marzo perché la tradizione racconta che dopo la fuga in Egitto con Maria e il piccolo Gesù, Giuseppe si era messo a vendere frittelle per strada per mantenere la famiglia. Non è una scena tanto diversa da quelle che si vedevano per strada a Napoli nel Dopoguerra e che in alcuni quartieri ancora si vedono; nella Milano fighetta, da bere ma sempre più da mangiare, si chiamerebbe “street food”.
Le prime tracce di una ricetta vera e propria della Zeppola si ritrovano in un libro del cuoco napoletano Ippolito Cavalcanti, pubblicato nel 1837. La tradizione contempla solo la zeppola fritta, mentre quella al forno sarebbe una variante più leggera introdotta successivamente.

Ormai è possibile gustarla ovunque e di grande qualità grazie al proliferare di pasticcerie napoletane in tutto il Nord Italia e anche all’estero; ma il nostro amico tifoso ha voluto portarsela da casa a testimonianza del legame con la sua terra. Nella foto compaiono la zeppola e la sciarpa del Napoli, sintesi della giornata gustosa e della fede calcistica.

E non è l’unico: la vicenda ha scatenato evidentemente gli emulatori. Nella foto a destra la zeppola consumata orgogliosamente dal tifoso azzurro Leonardo Iodice, sistemato nel settore Tribuna Granata; proviene da “Pastarell” proprio nel centro di Torino. Insomma, le fanno buone anche lì…