Da Materdei a Gran Canaria per esportare il buon gelato italiano: “Abbiamo convertito i clienti alla nostra famosa amarena”

Non siamo solo pizza e mandolino” è una frase che spesso abbiamo utilizzato per allontanarci e allontanare da quei luoghi comuni che vorrebbero l’emigrante italiano dedito solo a sfornare pizze e ad animare le platee con l’arte canora. E’ tutto vero, ma c’è tanto altro. Non solo pizza, ma anche il grande gelato italiano. Che parla campano e soprattutto vesuviano grazie al marchio “Mamma Mia“, un franchising che sta consentendo a molti imprenditori di esportare questa grande tradizione in tutto il mondo.A Francesco Aimone, originario del quartiere napoletano di Materdei, tocca tenere alti la bandiera e il cono alle Isole Canarie nel ruolo di General and Develop Manager per l’arcipelago. Da quasi due anni ha aperto la prima gelateria a due passi dall’oceano e da una delle spiagge preferite dai surfisti nel centro di Las Palmas, principale città di Gran Canaria.

Come nasce l’idea di esportare il marchio Mammamia alle Canarie?
“Perché la domanda del made in Italy, spesso bistrattata nel nostro stesso Paese, resta molto alta nel mondo. Dopo attente indagini di mercato, abbiamo appurato che il gelato è un cibo molto consumato alle Canarie e, complice anche la folta comunità italiana presente qui, abbiamo deciso di investire su quest’isola, con l’intento, poco a poco, di espanderci in tutto l’arcipelago”.

Qual è il tipo di gelato che alla popolazione locale piace di più? E quale ai tanti turisti di ogni parte d’Europa?
“Come ho già detto, qui alle Canarie il gelato è un prodotto che si consuma tanto. Il canario è molto tradizionale, quindi al principio restava ancorato ai classici pistacchio, vaniglia, torrone. L’amarena è il nostro fiore all’occhiello, avendo vinto anche un premio molto importante chiamato Tasty Awards, ma al principio non lo mangiavano. Ora, a distanza di quasi due anni, è il gusto che comprano di più. E ne vado orgoglioso, perché è sempre bello interscambiarsi tradizioni!”

Come sono stati vissuti questi anni di pandemia alle Canarie? Soprattutto rispetto a quanto accadeva in Italia.
“Noi siamo stati coraggiosi, abbiamo inaugurato il negozio il 5 dicembre del 2020, in piena pandemia, però qui, nonostante le restrizioni, non c’è mai stata una vera e propria caccia alle streghe. Qui si girava in mascherina, c’era distanziamento e via dicendo, ma la gente aveva voglia di vivere, di superare il tutto, nonostante la grande mazzata data dal covid, perché consideriamo che il 70/75% dell’economia canaria vive di turismo. Un clima speranzoso, un “andrà tutto bene” non cantato dal balcone ma vissuto nella quotidianità”.

Hai fatto una scelta di vita fondata sul ruolo di padre: contento che tuo figlio cresca a Gran Canaria?
“Decisamente sí. Qui può godere della natura, delle infrastrutture e di tutto ciò che non aveva, purtroppo, in Italia”.

Ci sono molti campani alle Canarie? E in che settori sono impegnati?
“La comunità italiana qui è foltissima e ben integrata. Ci sono imprenditori della ristorazione, c’è chi ha comprato case e le fitta per breve periodo, chi lavora da remoto nel digitale etc etc. Il made in Italy è molto apprezzato. Ciò che mi fa male è assistere a questo massiccio brain drain”.

Parliamo di cucina: c’è un piatto canario che ti piace particolarmente?
“La cucina è un tasto dolente. Per chi è abituato al ragù è difficile abituarsi, anche perché non hanno una grandissima cultura culinaria. Probabilmente, la cosa che per ora ho apprezzato di di più è l’ajoli e la morcilla, sono una salsa all’aglio e una salsiccia con sangue di maiale”.

Lo chiediamo a tutti: la pizza preferita da Francesco?
“La pizza è in assoluto il mio piatto preferito e prima di avere la fortuna di scoprire il mondo della gelateria, ho lavorato 6 anni come pizzaiolo! In assoluto il calzone al forno col salame e la Margherita (che se preparata bene non ha rivali)”.

Dario De Simone