“La Famiglia Italiana all’Estero” ha sede in Germania e anima campana: “I tedeschi adorano i nostri prodotti”

Sembra il titolo di un film, ma è in realtà il fenomeno dell’emigrazione visto in chiave positiva. Si chiama La Famiglia Italiana all’Estero ed è una pagina Facebook che si pone l’obiettivo di valorizzare l’italianità senza confini geografici, ma tenendo sempre ben presente la solidarietà.
Luigi Romano (nella foto con Tricolore e Vespa d’ordinanza) è nato e cresciuto in Germania, ma parla italiano con accento campano. Lo deve ai genitori che sono emigrati 35 anni fa dalla provincia di Salerno e si sono trasferiti a Wuppertal, grosso centro della Renania Settentrionale-Vestfalia, a 30 chilometri da Dusseldorf e 40 da Dortmund.
E’ qui che ha lanciato l’iniziativa per riunire tanti italiani emigrati: nella sola zona servita dai consolati italiani ci sono 220mila connazionali registrati all’Aire, 140mila al Consolato di Colonia, 80mila a quello di Dortmund; ma il numero è decisamente superiore se si considerano tutti quelli che non si registrano.

Da dove nasce l’idea di questa pagina?

“E’ nata per valorizzare i nostri connazionali che vivono in Germania e in altri Paesi. Vogliamo portare avanti la nostra cultura, la nostra tradizione e i valori che i nostri genitori vogliono tramandare. Siamo emigrati ma tutte queste cose non si possono e non si devono perdere. E poi vogliamo difendere il Made in Italy che è il primo al mondo; non lo dico io, lo dice il mondo. Mi riferisco in particolare ai ristoranti che noi vogliamo difendere da chi acquista attività col nome italiano ma non rispetta poi le nostre tradizioni in cucina. I nostri connazionali stanno rispondendo bene e La Famiglia Italiana all’Estero è una realtà importante”.

Al centro di tutto c’è sempre la solidarietà: siamo una grande famiglia allargata?

“Sì, la solidarietà resterà sempre al primo posto. E devo dire che Ciccio Pizza è un modello in questo senso. A Pasqua siamo andati a visitare persone in difficoltà. Ci mettiamo a disposizione per aiutarci a vicenda; ci arrivano anche richieste e offerte di lavoro.

Com’è la vita di un immigrato meridionale in Germania?

“Prendo l’esempio dei miei genitori che sono venuti qui 35 anni fa. Fanno una vita serena e tranquilla, lavorano e vanno avanti in modo tradizionale. Sono orgoglioso di loro anche perché non hanno mai smarrito cultura, valori e soprattutto la nostra tradizione a tavola. Ci sono le nuove generazioni di meridionali in Germania che vivono in altro modo, ma posso dire che la maggior parte è legata alle tradizioni. Dai tedeschi veniamo visti come meridionali, non napoletani o pugliesi o calabresi. E’ chiaro che io vado orgoglioso delle mie origini campane e le sottolineo sempre”.

Quanto è folta la comunità italiana e cosa fa soprattutto da quelle parti?

“Molto. Soprattutto nella mia zona tra Colonia e Dortmund. Abbiamo due consolati italiani in queste due città. Abbiamo tanti ristoratori e commercianti. Le seconde e terze generazioni sono attive nel mondo dell’avvocatura, della finanza e dello spettacolo”.

Siete nel mezzo della Ruhr e anche di tante squadre di calcio famose: hai simpatie per una di esse?

“Abbiamo il Borussia Dortmund, lo Schalke04, il Bayer Leverkusen, il Monchengladbach, il Colonia, il Bochum che è finito in serie B. Non sono mai stato tifoso di una squadra tedesca, ma tramite mio cugino ho seguito il Bayern Monaco. Ho visto qualche partita allo stadio, in particolare del Dortmund perché sono gemellati con il nostro Napoli. Ma io resto legato anche in questo alla tradizione e non ho mai abbandonato la mia fede azzurra”.

Cosa pensano i tedeschi del cibo italiano? Cosa gli piace di più?

“Lo adorano. Ma adorano anche l’Italia. A volte dicono che c’è astio, ma è limitato al calcio perché spesso perdono sul campo. Per loro pasta, vini italiani, salami sono il top. I tedeschi capiscono di cibo molto più di quanto si pensi, sanno scegliere vini particolari con grande attenzione. E sono disposti a pagare per la qualità. Quando vado nei supermercati italiani incontro tanti tedeschi entusiasti”.

Lo chiediamo a tutti i nostri conterranei: la pizza preferita da Luigi?

“La Margherita. E’ la nostra regina. Poi ne mangio anche altre, ma la Margherita resta il top”.

[DADES]