Ristoratori sul piede di guerra: stavolta la protesta rischia di sfondare

E’ prevista per domenica pomeriggio a Milano la prima grande manifestazione dei ristoratori per chiedere immediate riaperture al pubblico delle loro attività. Segue quella del 20 marzo a Modena dove era stata registrata una notevole affluenza. Sono gli stessi, con alcune aggiunte, che a gennaio lanciarono la campagna #ioapro1501. Diversi ristoranti riaprono la sera, ma la disobbedienza civile fu molto limitata nei numeri e circoscritta ad alcuni centri urbani soprattutto di Marche, Emilia e Toscana.

Per alcune settimane si era assistito ad un tira e molla con le forze dell’ordine che avevano sanzionato i titolari e in alcuni caso disposto la sospensione di 5 giorni del locale. Le recenti sentenze dei Tribunali, la crescente mal sopportazione delle misure restrittive adottate dai Governi Conte e Draghi e quella che viene ritenuta una elemosina sul fronte dei ristori hanno però rilanciato il tema e ridato nuova linfa alla protesta.
L’esempio più clamoroso arriva da Paolo Bianchini, presidente del Movimento Imprese Ospitalità: a gennaio si era schierato contro la protesta, oggi ha annunciato che la sostiene e che dal prossimo 7 aprile le attività aderenti al movimento riapriranno tutte.

Io Apro, promosso da Umberto Carriera, Antonio Alfieri, Momi Tito El Hawi, Biagio Passaro, Yuri Naccarella, Stefano Agnesini e Lorenzo Nannelli, ha organizzato quindi un tour itinerante per sensibilizzare la popolazione e annunciare a tutti che le chiusure imposte dal Decreto anti Covid in scadenza il 6 aprile sono le ultime che rispetteranno.
Lo faranno proprio il 6 aprile con la manifestazione in programma a Roma; era stata chiesta Piazza del Pantheon dove sono in corso lavori, si dovrebbe quindi optare per Piazza di Spagna o Piazza del Popolo.

DOMENICA A MILANO, MARTEDI’ A CASA DI “DELUCASHENKO”

C’è già la location della protesta milanese: domenica 28 marzo alle ore 15 l’appuntamento è in Piazza della Scala. Martedì 30 marzo Io Apro tenterà di sfondare al Sud, in particolare a Napoli, terra del Governatore Vincenzo De Luca, detto ironicamente “Delucashenko”. A gennaio non si erano registrate adesioni in una imprenditoria intimorita dai comportamenti discutibili del Presidente della Regione, che nella scorsa primavera aveva negato anche la consegna a casa mettendo in crisi profonda i ristoranti e i bar.
A Napoli però il clima è cambiato. Anche perché inizia la stagione turistica con la primavera incombente. Il capoluogo campano, per anni afflitto da gravissimi problemi di degrado e criminalità, ha vissuto quasi un decennio di grande rilancio soprattutto grazie ai flussi turistici; molte attività sono state convertite verso il settore dell’ospitalità: disoccupati, precari, altri lavoratori in difficoltà si erano reinventati gestori di piccoli Bed & Breakfast, attività che ora sono allo stremo.
Dopo la tappa napoletana è prevista quella di Palermo il 1° aprile alle ore 15 in Piazza Pretoria; annunciata la presenza dello chef Natale Giunta, noto per aver sfidato la mafia. Anche dalla Sicilia gli organizzatori chiederanno di eliminare l’antipatico coprifuoco alle 22 ed una progressiva riapertura di tutte le attività rispettando le norme di sicurezza. “Altrimenti il 7 aprile riapriamo lo stesso, noi non possiamo più aspettare“, fanno sapere.

SI PUO’ RAGGIUNGERE ALTRI COMUNI PER MANIFESTARE

Le manifestazioni sono una giusta causa per gli spostamenti. Si può infatti legittimamente raggiungere il luogo della protesta da fuori comune anche in zona rossa. Gli organizzatori hanno anche chiesto un aiuto concreto attraverso la piattaforma Gofund ed hanno chiesto ai cittadini di partecipare. Si uniranno alla protesta altri movimenti e gli appartenenti ad altre categorie colpite dalle misure restrittive, su tutti i gestori delle palestre.