L’allarme del gestore B&B: “Fin quando ci sono i colori delle Regioni il turismo non potrà riprendere. Basta monitoraggi settimanali”

Restano dubbi e perplessità sul rilancio del turismo in Italia e in particolare in Campania. E cresce la preoccupazione negli operatori turistici e del settore dell’accoglienza. Lo scorso anno l’estate era partita tardi ma aveva fatto registrare numeri discreti. Il 2020 resterà l’anno nero del turismo estero, ma il 2021 rischia di essere peggiore.A Napoli l’impatto della pandemia è devastante soprattutto perché la città era diventata meta turistica ricercatissima nel corso dell’ultimo decennio. Tanti giovani e meno giovani avevano deciso di buttarsi nel settore dell’accoglienza. Alessandro Izzo, 38 anni, è il gestore di Cameo B&B, piccola attività nel cuore del quartiere napoletano di Chiaia. Poche camere ben curate a due passi da funicolare e metropolitana di piazza Amedeo, prezzi abbordabili full inclusive. Andava tutto bene fino a marzo 2020.
Che momento è per il turismo e soprattutto che momento sarà quello che sta per arrivare in estate?

“Il turismo in questo momento è al collasso, arriva qualche prenotazione ogni tanto, ma niente a che vedere con i numeri che si facevano prima della pandemia. Il problema principale è l’incertezza generale: fin quando esisteranno i colori delle regioni con monitoraggio settimanale è molto difficile programmare sia per noi che per i clienti. Quest’estate, personalmente, spero di fare gli stessi numeri del 2020, magari con prezzi leggermente più alti e senza l’angoscia di una possibile chiusura”.

La scorsa estate ci fu un rilancio solo a luglio e agosto, ma con presenze soprattutto italiane e francesi. Sarà diverso quest’anno?

“Quest’estate non credo sia molto differente alla scorsa, credo che arriveranno soprattutto italiani e forse europei. Secondo me dal 2022, se tutto andrà bene, incominceremo a vedere anche turisti extraeuropei”.

Perché il turista medio che si affida al settore B&B visita Napoli? Cosa si aspetta di trovare?

“La differenza tra B&B come il mio con massimo 3 o 4 camere e un albergo o un b&b con 10 camere è che posso dedicarmi al cliente dall’inizio alla fine del soggiorno. Ad esempio posso permettermi di fare check-in di un’ora, spiegare al cliente tutto quello che c’è da vedere, come raggiungerlo, cosa e dove mangiare. In pratica il cliente dopo i miei lunghi check-in già conosce Napoli prima ancora di visitarla. In una struttura piccola sei in contatto diretto con il cliente 24h su 24, cosa impossibile nelle grandi strutture. Il cliente si aspetta di essere seguito, guidato e cioccolato. Si aspetta le camere pulite e perfette. Quando hai 3 camere da gestire puoi essere attento a tutti i piccoli particolari. Quindi per farla breve il turista in un b&b si aspetta di trovare molte attenzioni, camere pulite alla perfezione, e un sorriso, che ormai con la mascherina non si vede più”.

Parliamo di cibo: gli ospiti chiedono consigli per mangiare a Napoli? Hanno preferenze?
“Ovviamente sì. Io li mando solo nei posti che ho provato e mi sono piaciuti, sto attento anche a specificare quale è più caro e quale magari è più economico. Tendo a consigliare diversi posti in diverse zone della città. Ecco perché parlavo dei miei check-in lunghi; proprio perché dopo aver spiegato cosa c’è da vedere a Napoli e dintorni incomincio a parlare di cibo e di cosa devono assolutamente provare. Faccio una lista lunghissima di cose da assaggiare, dalla frittatina alla parmigiana, ai fiori di zucca con la ricotta, ragù, genovese, ovviamente la pizza fino a passare al dolce con i fiocchi di neve e il gelato”.

Lo chiediamo a tutti: la pizza preferita da Alessandro?

“Di base la Margherita, ultimamente mi sto appassionando alla Diavola. La mangerei da Gorizia a via Cilea se proprio devo fare da food advisor”.

[DADES]